Carenza di ferro e anemia sideropenica

Il ferro è un minerale in traccia, normalmente assorbito attraverso gli alimenti, che svolge un ruolo importante in diverse funzioni metaboliche, come provvedere al fabbisogno di energia delle cellule e difendere l’organismo dalle infezioni.
Quando il livello complessivo dell’oligoelemento diminuisce, si parla di carenza di ferro; quando, invece, il suo livello emoglobinico scende al di sotto dei valori normali per il sesso e l’età del soggetto, si parla di anemia sideropenica.

I valori ematici di ferro

Oltre due terzi del ferro presente nell’organismo sono immagazzinati nei globuli rossi, attraverso i quali il minerale contribuisce al trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai vari organi del corpo. Il ferro è, infatti, un componente essenziale dell’emoglobina, la cromoproteina che conferisce al sangue il suo caratteristico colore rosso e che ha il compito di legare l’ossigeno per rilasciarlo là dove serve.

I diversi stadi della carenza di ferro

Quando l’assorbimento di ferro è adeguato, l’organismo provvede a eliminare il surplus di minerale in circolo trasformandolo in ferritina e immagazzinandolo negli organi, in particolare fegato, milza e midollo osseo. Se, viceversa, l’assorbimento di ferro è troppo scarso, o il fabbisogno di minerale è maggiore, oppure ancora si verifica perdita di ferro (per esempio, in seguito a emorragia), può insorgere una condizione di carenza.

La medicina distingue fra diversi gradi di carenza di ferro:

  • Il primo grado è quello in cui l’organismo non assorbe abbastanza ferro (per cui le scorte di minerale diminuiscono), ma è ancora in grado di produrre sufficiente emoglobina.
  • Il grado successivo è quello della carenza funzionale, in cui l’eritropoiesi (la produzione di globuli rossi) risulta compromessa: le scorte di ferro si sono ridotte a tal punto che le cellule non ricevono più minerale a sufficienza. In questa fase la condizione si manifesta con sintomi aspecifici e i valori emoglobinici sono ancora nella norma.
  • Quando la percentuale di ferro nell’organismo diventa insufficiente a consentire la produzione di emoglobina, si parla di vera e propria anemia (tecnicamente detta “sideropenica” dal latino sìderos = ferro e penìa = povertà).

Le cause della carenza di ferro e dell’anemia sideropenica

Un deficit di ferro nell’organismo è generalmente dovuto a tre cause principali: assunzione insufficiente (alimentazione), aumento del fabbisogno o perdita del minerale.

  • Assunzione insufficiente (alimentazione):

Una dieta vegetariana o vegana rappresenta un potenziale fattore di rischio per lo sviluppo di una carenza di ferro, perché diversi vegetali sono sì ricchi di questo minerale, ma l’organismo umano riesce ad assimilare molto meglio il ferro di provenienza animale. Anche un’alimentazione poco varia oppure inadeguata può comportare un deficit del prezioso oligoelemento, né va dimenticato che i livelli di ferro tendono a diminuire con l’avanzare dell’età – per questo gli anziani dovrebbero tenerli sotto stretto controllo.

  • Aumento del fabbisogno:

Durante le mestruazioni una donna perde in media 50 ml di sangue e, con lui, ferro, con la conseguenza che il fabbisogno di minerale è maggiore. La gravidanza è spesso associata a carenza di ferro, perché l’organismo deve produrre sangue extra per il nutrimento del feto; allo stesso modo il fabbisogno del minerale aumenta durante il puerperio (post-parto) e l’allattamento. Anche nella fase della crescita, quindi nell’infanzia e nella pubertà, l’organismo ha bisogno di più ferro, e lo stesso vale per chi pratica sport di resistenza.

  • Perdita:

Una perdita ematica comporta inevitabilmente un maggior fabbisogno di ferro: a parte interventi chirurgici e incidenti, anche donare regolarmente il sangue (da due a quattro volte l’anno) può provocare carenza di ferro. Un’altra causa può essere un sanguinamento del tratto gastrointestinale, dovuto a ulcera o tumore, non tempestivamente trattato.